La sangria è una bevanda a base di vino, frutta e spezie particolarmente adatta all’ora dell’aperitivo e alle feste in giardino d’estate… o almeno queste sono le occasioni in cui a noi piace prepararla e offrirla.
La preparazione è molto semplice e tuttavia può essere utile qualche consiglio per scegliere e dosare gli ingredienti.
Dunque, sorvoliamo sulle origini (iberiche) della ricetta della sangria e sull’etimologia del termine e arriviamo subito all’elemento chiave della preparazione: la scelta del vino.
Sebbene la frutta e lo zucchero ne modifichino, anche sostanzialmente, il gusto, non sperate di cavarvela con un vinello da poco: il rischio è di ottenere una bevanda acidula o sciapa. Scegliete invece un vino di buona gradazione alcolica (minimo 11 gradi), con un buon profumo (che non si faccia surclassare dalla frutta e dalle spezie ma vi si armonizzi) e che sfoggi un bel colore rosso vivo (anche l’occhio vuole la sua parte!).
Noi utilizziamo la nostra Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC (vol. 12%).
Le dosi che vi proponiamo sono per una bottiglia di vino (750 ml): riproporzionate gli ingredienti a seconda delle vostre necessità.
- ½ bicchiere (50 ml circa) di rhum
- 2 arance
- 1 limone
- 1 o 2 pesche (a seconda della dimensione)
- 1 o 2 mele (a seconda della dimensione)
- ½ stecca di cannella
- 3 chiodi di garofano
- 2 – 3 cucchiai di zucchero
Per prima cosa sciogliete lo zucchero nel vino: per facilitare l’operazione si può tritare per qualche minuto lo zucchero nel frullatore in modo da favorirne lo scioglimento anche senza dovere mescolare energicamente e a lungo il vino.
Lasciar riposare il vino con la cannella e i chiodi di garofano per aromatizzarlo.
Alcuni utilizzano anche una bacca di vaniglia ma noi non la riteniamo molto adatta.
Le spezie dovranno essere rimosse prima di servire la sangria: per facilitarne il recupero si possono inserire le spezie in un sacchettino garza o in un colino per il té.
Intanto iniziate a lavare e tagliare la frutta.
Spremete metà degli agrumi e tagliate a fettine sottili con la buccia l’altra metà. Ricordate di filtrare sempre il succo degli agrumi.
Tagliate la frutta (pesche e mele) a spicchi sottili. Unite il tutto al vino e mettere a riposare in frigo in un contenitore chiuso (riduce l’ossidazione del vino) per almeno 3 ore ma, se possibile, di più.
Tradizionalmente la sangria viene servita in una particolare caraffa detta “jarra”, munita di una sorta di cucchiaio di legno che si utilizza per trattenere la frutta mentre si versa la bevanda nel bicchiere.
In effetti, la frutta non andrebbe travasata nel bicchiere ma bisogna dire che è davvero molto buona e a molti fa piacere, quindi decidete liberamente ma se optate per presentare la frutta, mettete a disposizione gli stecchini da spiedino.
La sangria è un drink particolarmente usato nella stagione estiva e quindi spesso non è semplice mantenerla fresca.
Se si utilizza il ghiaccio, consigliamo o di metterlo in un contenitore capace di accogliere la caraffa oppure di offrirlo in una coppetta a parte con le pinze per aggiungerlo nel bicchiere al momento, evitando così di annacquarla.
Del resto deve essere servita fresca ma non ghiacciata: diciamo che la temperatura ideale potrebbe essere tra i 10° e i 12°.
Le varianti in realtà sono infinite.
A seconda dei gusti e della stagione si possono aggiungere altri frutti come melograno oppure fragole, ciliegie, frutti di bosco che, se usati interi, possono generare anche un bell’effetto visivo senza modificare sensibilmente il gusto.
Se si vogliono variare un po’ i colori si può usare anche qualche acino di uva bianca e le fettine di lime al posto di quelle di limone.
In estate c’è chi aggiunge melone e anguria: in alcuni casi la sangria viene servita proprio dentro a un cocomero svuotato. Dipende tutto dai gusti personali ma noi sembra che questi frutti risultino un po’ troppo invadenti.
Anche il grado alcolico può essere regolato, sia aumentando o diminuendo la quantità di liquore che scegliendo di aggiungere della soda per “allungarla” un po’.
Il liquore stesso può cambiare, e al posto del tradizionale rhum (che però preferiamo) si possono utilizzare cointreau, cognac o brandy.
Ultimamente ci è capitato di provare il mirto ed è stata un scoperta piacevolissima.
Buona preparazione e buon divertimento!
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